La cistite cronica e il dolore pelvico: un nuovo approccio terapeutico basato sulle nuove scoperte scientifiche

La parola all’esperto, il Dr Giuseppe Quarto, specialista in Urologia che da tempo ha consolidato la sua esperienza nel trattamento di tale patologia.

La cistite cronica, dovuta alla presenza di batteri o agenti chimici irritanti che provocano un’infiammazione delle mucose vescicali, è una condizione estremamente debilitante per il paziente e di difficile gestione per l’Operatore Sanitario. L’eziologia e la patofisiologia dei fenomeni infiammatori vescicali non sono del tutto chiare, ma evidente è l’origine multifattoriale.

L’importanza dell’integrità dell’urotelio

Tuttavia, gli studiosi concordano su un punto: l’importanza dell’integrità dell’urotelio (ovvero il rivestimento dell’apparato urinario).

Studi recenti, sottolinea il dr Quarto hanno infatti messo in luce che l’urotelio non è solo una semplice barriera meccanica ma possiede anche la capacità di rispondere a stimoli chimici, termici, meccanici e di rilasciare mediatori che agiscono sulla muscolatura liscia della vescica. Un’alterazione dell’urotelio, e in particolare dello strato dei glicosaminglicani (GAGs), può costituire l’innesco di una reazione a catena, in grado di condurre a un danno cronico dell’urotelio; è questo deficit a giocare un ruolo fondamentale nella patofisiologia della cistite cronica e della sindrome dolorosa pelvica. Quando il danno allo strato dei GAGs perdura nel tempo o quando il ritorno dell’urotelio al suo stato fisiologico è lento, il paziente può soffrire della cosiddetta iperalgesia: una esagerata sensazione di dolore ad uno stimolo blando (per esempio un forte dolore a fronte di una debole infiammazione).

La cura della cistite cronica: acido ialuronico e condroitin solfato

Ecco dunque perché oggi le più moderne terapie per la cura della cistite cronica, interstiziale e per la sindrome da vescica dolorosa si orientano verso il ripristino fisiologico dello strato protettivo dell’urotelio e più precisamente di quello dei GAGs.

Un recente studio, di cui il Dr Quarto è stato tra gli autori e pubblicato sulla più importante rivista scientifica internazionale di urologia “European Urology” ha messo in evidenza come sia possibile ridurre la frequenza delle infezioni urinarie grazie alla somministrazione intravescicale di un’associazione di acido ialuronico e condroitin solfato, in grado di riportare a una condizione fisiologica lo strato di GAGs in donne che soffrivano di infezioni ricorrenti del tratto urinario. Non solo le pazienti non hanno riportato effetti collaterali significativi, anzi, hanno avvertito un miglioramento sensibile della qualità della vita nei dodici mesi successivi.

Su queste basi si fa strada l’ipotesi che un precoce trattamento finalizzato al ripristino fisiologico dello strato di GAGs, grazie alla somministrazione farmaci adatti, potrebbe evitare la cronicizzazione della infiammazione della vescica aprendo così la strada alla prevenzione.

La sfida, conclude il Dr quarto, è quella di valutare il problema in una visione corale per ottenere risultati positivi e durevoli nel tempo Al servizio del paziente.

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