Disfunzione erettile e medicina rigenerativa: le soluzioni per migliorare del 70% la vita sessuale

disfunzione erettile

L’attenzione della ricerca per contrastare la disfunzione erettile è una delle più prolifere degli ultimi due decenni: oltre alle strategie farmaceutiche anche la medicina rigenerativa sta proponendo soluzioni innovative per contrastare i problemi di erezione.

In principio vi è stato l’attenzione commerciale delle case farmaceutiche in seguito all’introduzione di farmaci inibitori della fosfodiesterasi appartenenti alla categoria PDE 5. Il primo ad essere lanciato, a metà anni novanta, fu il Viagra (disponibile in Italia dal 1998) al quale sono poi seguiti una lunga serie di farmaci più o meno equivalenti.

Tali farmaci tuttavia non curano l’impotenza ma si limitano a trattare il sintomo. Tuttavia il successo commerciale è stato talmente imponente da spingere l’intera ricerca verso soluzioni e terapie che potessero risolvere il problema della disfunzione erettile agendo direttamente sulle cause.

Dalla farmacologia alla medicina rigenerativa

I risultati non si sono fatti attendere e oggi esistono diverse terapie che consentono finalmente di risolvere l’impotenza maschile agendo direttamente sulle cause responsabili della disfunzione erettile.

In gran parte legata all’invecchiamento, nell’impotenza entrano in causa i corpi cavernosi del pene che, riempiendosi di sangue, consentono l’erezione. L’invecchiamento dei tessuti ne riduce spesso la capacità e quindi si è provveduto a strategie che potessero ripristinare i tessuti ringiovanendoli con cellule staminali o con iniezioni di plasma ricco di piastrine.

Quest’ultima terapia, denominata PRP, è alla base del protocollo terapeutico “Tritone” messo a punto dallo Studio Medico del Dottor Quarto che utilizza la medicina rigenerativa combinata con un trattamento ad onde d’urto a bassa intensità.

Tale strategia mira a sollecitare la risonanza spontanea dei tessuti che, irrorati dal PRP prelevato direttamente dal sangue del paziente (esente quindi da qualsiasi pericolo di rigetto) va a riattivare le cellule presenti nei corpi cavernosi del pene, rimettendole “in funzione”.

I risultati ottenuti dal protocollo Tritone confermano una risposta positiva nei casi di disfunzione erettile nel 70% dei casi, andando così a ribadire le enormi opportunità aperte dalla medicina rigenerativa per la cura dell’impotenza maschile.

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